Si ritiene che Esopo fu il primo scrittore di favole. E’ considerato l’iniziatore della favola come forma letteraria scritta.
Di origini greche, visse nel VI secolo a.C. all’epoca di Pisistrato tiranno ad Atene, era un grande scrittore di favole anche un po’ sarcastiche nei confronti degli uomini. Le favole di Esopo hanno principalmente uno scopo educativo. Ciò significa che, nelle narrazioni, assistiamo di continuo a situazioni ispirate a un insegnamento pratico soprattutto con uno sfondo di deterrente morale che si riflette sulla fisicità e sull’emotività dei personaggi. Gli esempi di Esopo sono magistrali nella loro piccolezza, riflettono infatti, in situazioni elementari, tutte le caratteristiche della vita reale. L’inganno, la verità, l’apparenza, la stoltezza e l’astuzia: queste caratteristiche astratte sono esposte di frequente in Esopo, ma tutte in correlazione con la morale finale, con un fine educativo. Infatti alla fine di ogni favola, Esopo espone il significato della stessa come momento di riflessione o monito sui comportamenti degli uomini.
IL CAPRETTO SUL TETTO DELLA STALLA E IL LUPO (NR. 106)
Un capretto, mentre se ne stava sul tetto della stalla, vide passare un lupo e prese ad insultarlo e a sbeffeggiarlo. Ma il lupo gli disse: “Caro mio, questi insulti non sei mica tu che li fai: è il luogo dove ti sei messo”.
La favola mostra come il luogo e l’occasione possano tante volte rendere audaci le persone dinanzi ai più forti di loro.
LA CAPRA E L’ASINO (NR. 16)
Un tale teneva un asino e una capra. La capra, che era invidiosa dell’asino perché gli davano fin troppo da mangiare, andava dicendogli che lo maltrattavano senza tregua, ora facendogli girar la macina, ora caricandolo di pesi e lo consigliava di fingersi epilettico e di lascarsi cadere in un fosso, se voleva godere di un po’ di riposo. L’asino le diede retta: si buttò giù e si fracassò le ossa. Allora il padrone chiamò il medico e gli chiese un rimedio. E il medico ordinò che gli facessero un’infusione di polmone di capra, che lo avrebbe risanato. Così, per curare l’asino, uccisero la capra.
Chi macchina inganni contro gli altri è il primo autore delle proprie disgrazie.
Cristina Bruno
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