Monday, January 11, 2010

L'IGNAVO


Si mi sento proprio un ignavo,e' da mesi che non scrivo su nessun sito paesano,che non commento nessun evento nazionale o locale (a parte la parentesi dei minareti).
In poche parole non me frega niente di qualsiasi argomento.
Da classico italiano medio e lobotomizzato mi lascio scivolare addosso tutto,l'importante e' che stia bene io e chi mi e' vicino,l'importante e' il Fantacalcio,l'importante e' che non mi si calpestino i piedi direttamente poi il resto non mi sfiora...come disse qualcuno " Se cascasse il mondo ,farei un passo di lato per schivarlo.
Diciamo che mi sono rotto di sembrare un fesso idealista a cui sembra non vada mai bene niente,quindi mi sono seduto e mi sono messo ad aspettare che passi la "Buriana".
In campo nazionale siamo ormai un popolo allo sbando,ridicolo che adula il proprio capo del governo come fosse un semidio e vista la larga maggioranza che continua a sostenerlo ,ho cominciato a pensare che forse deve essere cosi' ,che noi Italiani abbiamo nel nostro DNA questa indole e che quindi e' perfettamente inutile stressarsi a maledirlo ... mi lascio solo un angolino in cui spero che il prossimo "Tartaglia" abbia l'accortezza di prendere meglio la mira (Sempre che non facesse tutto parte di una sceneggiata....da LUI mi aspetto di tutto ormai e non mi meraviglia niente).
In campo locale mi sono totalmente estraniato e ho notato che vivo meglio,tanto le amministrazioni che si succedono a sto paese non fanno mai grandi cambiamenti e vivacchiano tanto per tirare alla fine del mandato portandosi lo stipendio a casa...una palma su,un'arancio giu' ,un marciapiede qui,un muretto li' ...insomma le solite cose da cinquant'anni.
Magari mi passera' ,ma per ora mi sono buttato di chiatto nel mio Nirvana e non intendo uscirne ,perche' sto tanto bene...anche se forse alla fine mi ritrovero' alla Dante Style.



« E io ch'avea d'error la testa cinta,
dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
e che gent'è che par nel duol sì vinta?".

Ed elli a me: "Questo misero modo
tengon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".

E io: "Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?".
Rispuose: "Dicerolti molto breve.

Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa". »

(Dante Alighieri, Inferno III, 31-51)

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